La strada dello Stelvio, che da Bormio porta in Alto Adige ed in Svizzera, è il sogno di chi ama la moto e le strade di montagna ricche di curve.
Storia della strada
La via dello Stelvio esisteva fin dal Medioevo, ma era un rischioso sentiero di montagna. Agli inizi dell’Ottocento, l’imperatore Francesco I d’Austria volle una nuova strada che potesse collegare la Val Venosta con la Valtellina per raggiungere Milano, allora territorio austriaco. Il progetto fu affidato a Carlo Donegani (1775-1845), esperto d’ingegneria d’alta montagna. I lavori incominciarono nel 1822 con l’impiego di oltre 2.500 uomini tra operai, ingegneri e geologi: dopo appena tre anni, nel 1825, l’opera venne inaugurata alla presenza dello stesso imperatore.
Fino al 1915 la strada dello Stelvio era utilizzata tutto l’anno dalle diligenze, grazie all’efficiente opera degli spalatori impiegati durante l’inverno. Durante la Prima Guerra Mondiale fu poi teatro di scontri tra italiani e austriaci e, dopo la vittoria del 4 novembre, entrambi i versanti diventarono italiani: il Passo perse il suo significato originario di collegamento Vienna-Milano e fu decisa la chiusura invernale. Tutt’oggi, è transitabile nel periodo estivo.
L'itinerario
L’itinerario è spettacolare: 41 tornanti sul versante lombardo, da Bormio, e 48 su quello altoatesino fino a Prato allo Stelvio, in Val Venosta. Salendo da Bormio, la possibilità di arrivare al giogo di Santa Maria o Passo dell’Umbrail (2.503 m.) che consente l’ingresso in Svizzera, direttamente in val Monastero. Al vertice, il mitico Passo dello Stelvio (2.758 m.), il più alto passo automobilistico d’Italia e il secondo in tutta Europa.