Rifugio Nani Tagliaferri al Passo Venano (2328 m)

Da Ponte Frera (1373 m) si prosegue lungo la sterrata a tornanti che vince il dislivello della diga fino a portarsi al livello dell'invaso artificiale. Oltrepassata la casa dei guardiani, dinnanzi si apre lo scenario del grande Lago di Belviso, il maggiore di tutte le Orobie, circondato da estesi boschi d'abete. Una considerazione che sorge spontanea e' come lo specchio d'acqua, nonostante la sua ''non naturalita''', ingentilisca il paesaggio aggiungendo morbide linee orizzontali ad un ambiente che altrimenti si presenterebbe piu' aspro. Seguendo la sterrata pianeggiante ci si porta in fondo al bacino, lasciando a sinistra alcune deviazioni e una cascata spumeggiante protetta dagli abeti. Superato anche l'ultimo immissario (1514 m) si inizia a salire (segnavia n. 312); oltre un unico tornante ci si addentra nella vallata che, dopo alcune baite, si presenta spoglia e inospitale, spazzata dalle valanghe alle quali solo piccole betulle e ontani verdi posso resistere grazie alla loro elasticita'. Guardando in alto appare evidente che, per avere respiro, bisognera' guadagnare il gradino roccioso che orla tutta la valle. Un sentiero si sostituisce alla carrareccia e, rimontando varie radure, si sposta gradualmente verso destra. Con un ultimo tratto a tornanti, suggestivo ed aereo, si lascia il salto roccioso per una zona piu' dolce, caratterizzata da una successione di dossi arrotondati. Il Monte Gleno, una delle vette piu' elevate della zona, innalza le proprie pareti proprio di fronte. Ad un bivio si devia a sinistra (S) immettendosi in una delle mulattiere militari costruite durante il conflitto bellico ‘15- '18 e lasciandosi alle spalle le baite della Malga Pila. La pendenza lieve e costante del tracciato e i numerosi scorci sul lago rilassano la mente e il corpo. Approssimandosi alla testata della valle si incontra la deviazione per il Passo Belviso, che si tralascia proseguendo diritti. Dopo pochi metri, ai piedi dell'ultimo pendio, un cartello indica la direzione per la Malga Demignone, percorsa anche dalla G.V.O. Noi invece affrontiamo il breve e uniforme pendio soprastante, tagliato dai numerosi tornanti della mulattiera, che in una ventina di minuti porta al Passo Venano (2328 m), il cui toponimo richiama all'attivita' estrattiva del ferro esercitata in passato qui come in altre vallate orobiche. Il Rifugio Tagliaferri non e' ancora visibile, nascosto tra le pieghe del versante meridionale del valico, ma e' raggiungibile in meno di cinque minuti, e sorge in posizione panoramica sull'alta Valle di Scalve e sui massicci calcarei della Concarena, del Cimon della Bagozza e della Presolana. VARIANTE DI SALITA AL PASSO BELVISO (2518 m). Presso il bivio sopra descritto, invece che raggiungere direttamente il Rifugio Tagliaferri, si puo' imboccare la traccia a destra (segnavia n. 312) che percorre una serie di dossi montonati per immettersi nel canalone sommitale (spesso innevato anche d'estate) che culmina nel Passo Belviso (2518 m). Da qui, seguendo il Sentiero Naturalistico A. Curo', si potrebbe ascendere anche il Passo Bondione (m 2680) per raggiungere il Lago del Barbellino e il Rifugio Curo' (1895 m), ma per l'andata e il ritorno consigliamo di prevedere due giorni. Dal Passo Belviso, piegando a sinistra (E) e' pure possibile raggiungere in pochi minuti il Rifugio Tagliaferri. VARIANTE DI SALITA AL PASSO DEMIGNONE (2485 m). Dal Rifugio Tagliaferri (2328 m) si puo' allungare l'escursione percorrendo verso est un tratto del Sentiero Naturalistico A. Curo' per raggiungere, in circa un'ora, il Passo Demignone, dal quale ci si puo' allacciare all'itinerario seguente. Si tratta di un percorso riservato ad escursionisti esperti che presenta tratti attrezzati con catene lungo le quali e' consigliabile auto-assicurarsi con un cordino (meglio con un'imbragatura). Dal rifugio il tracciato di origine militare (segnavia n. 416) si snoda evidente sul ripido versante meridionale dello spartiacque. Sfiorato il Passo del Vo' (2368 m) con alcuni tornanti si raggiunge l'anticima meridionale del Monte Demignone 2553 m); in questo tratto e' pregevolissima la presenza di vegetazione pioniera alpina: papaveri gialli, linarie alpine, rosa androsace dei ghiacciai e varie sassifraghe. Segue ora il tratto denominato Riinu' (rovinone), una zona rocciosa e detritica delicata ma ben attrezzata con catene che porta a riaffacciarsi sulla Val Belviso e a raggiungere facilmente il Passo Demignone (2485 m). DISCESA ATTRAVERSO LA MALGA DEMIGNONE 1904 m). Se la discesa piu' diretta dal Rifugio Tagliaferri a Ponte Frera consiste nel ripercorrere l'itinerario di salita, un'alternativa facile e interessante, che allunga leggermente il percorso, consiste nel passare da Malga Demignone. Per farlo, si ridiscende sul versante settentrionale del Passo Venano fino ad incontrare, al termine del pendio, la deviazione a destra (NE) per la Malga Demignone (segnavia della G.V.O.). Prestando sempre una certa attenzione ai segnali, si attraversa in discesa un pendio detritico ferroso per portarsi sui pascoli del versante opposto della vallata. Perdendo lentamente quota, toccando numerosi pascoli abbandonati o quasi, si oltrepassa la baita detta Grasso dei Batai (1964 m), ormai poco al di sopra del limite del bosco. Poco piu' avanti si perdono bruscamente circa cinquanta metri di dislivello per riprendere a destra il saliscendi tra i larici che termina sui pascoli della Malga Demignone (m 1904). Imboccata una carrareccia sulla sinistra si perde rapidamente quota nel bosco fino ad immettersi in una seconda sterrata che riporta al Lago di Belviso.

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